Integration League - Interviste

A Reggio Emilia il cuore del calcio batte forte ed entrare in campo per Integration League ha dimostrato ancora una volta come questo sport possa superare confini e creare legami indelebili, che proseguono fuori dal rettangolo di gioco.

Simone, reggiano di nascita e operaio metalmeccanico di 28 anni, ha scelto di entrare in squadra proprio in virtù della convinzione che il calcio sia un linguaggio universale di unione. E in questo il torneo ha superato le sue aspettative, aprendo un percorso che spera possa ripetersi.

La vita di Simone è intrisa di passione calcistica fin da bambino. Il calcio all’inizio era un modo per condividere il tempo con gli amici, poi diventa gioco e sport. Dopo aver smesso di giocare, ha iniziato ad allenare. Con Integration League è tornato in campo nel ruolo di portiere, come Raffaele Nuzzo, ex portiere della Reggiana e suo allenatore in passato, a cui oggi si ispira.

Simone in campo ha conosciuto Saidy, che vive a Reggio Emilia ormai da otto anni dopo aver lasciato il Gambia, suo paese di origine. Saidy, 29 anni, si divide tra la scuola e il suo lavoro di muratore ma anche per lui il calcio è una passione che attraversa il tempo e supera i confini. Ha iniziato a giocare nel ruolo di attaccante ma dopo una lesione al ginocchio ha cambiato luogo trasformandosi in difensore centrale. Per lui l’ispirazione viene da Moussa Barrow, grande attaccante dell’Al-Taawoun e della nazionale gambiana.

Entrambi hanno trovato nell’Integration League un terreno comune dove la diversità è punto di forza, e le amicizie crescono sul terreno di gioco. Un torneo pieno di emozioni in cui il pallone è divertimento e unione.

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