Fermana - News Calcio Femminile

Per il ritorno tra i professionisti, la Fermana ha deciso di colorare il gialloblù con tinte rosa. Quelle dell’ufficio stampa, tutto al femminile, del club marchigiano, composto da Marta Bitti e Ilenia Di Felice. Un duo ben assortito: da un lato una vasta conoscenza del mondo dilettantistico locale, vissuto sin dall’infanzia, dall’altra una conferma nel mondo professionistico, seppur cambiando a sua volta stemma e colori. TuttoC.com ha scelto loro due per il primo appuntamento di TuttoC in rosa, la rubrica a cadenza mensile dedicata alle donne nel mondo della Lega Pro.

Come è nato questo ufficio tutto rosa?
Marta: “Tornata alla Fermana dopo una piccola pausa in estate, ho ritenuto doveroso strutturarci al meglio in una categoria così importante. Di conseguenza, ho richiesto un aiuto per l’ufficio stampa. La scelta è ricaduta su Ilenia: ci siamo conosciute da avversarie quando io ero alla Civitanovese e lei al Giulianova e ci siamo sempre tenute in contatto in tutti questi anni. Sin da subito l’ho sentita affine a me e ho ritenuto la sua professionalità ottimale per il salto fra i Pro della Fermana. Della fiducia che ci è stata concessa non possiamo non ringraziare il Patron Vecchiola, il Presidente Simoni con tutta la sua famiglia e il Dg Conti”.
Ilenia: “Ero rimasta a casa dopo esser stata mandata via dalla Sambenedettese. Trovare chi, come Marta e la Fermana, ha creduto sin da subito in te nel tuo lavoro, mi ha aiutata dal punto di vista dell’autostima, dopo un periodo in cui ho anche rischiato la depressione. Non è stato facile andare via, da piccolina andavo al “Riviera delle Palme” e ancora oggi ho un ottimo rapporto con i tifosi della Samb. Adesso, però, il mio presente si chiama Fermana. A tal proposito grazie al Direttore, al Presidente e alla Società tutta per aver creduto in due figure femminili in un mondo in cui c’è ancora qualche società ottusa che non crede nelle donne”.

Quali sono i punti di forza di un ufficio stampa totalmente femminile?
Marta: “Ho sempre apprezzato uno staff femminile perché secondo me le donne hanno una sensibilità e una cura del dettaglio speciali. Piccole attenzioni che permettono di fare la differenza. Una Società può sfruttare al meglio questo bagaglio di empatia: in questo modo si arricchisce anche l’offerta presentata al pubblico. In diversi stadi si son complimentati con noi sia per come ci presentiamo sia per come lavoriamo e per come interpretiamo bene il nostro ruolo.
La femminilità non è un elemento a sfavore: può anzi essere un’arma in più. Uno dei momenti più belli è stato proprio quando mister Destro, a coronamento della vittoria del campionato di Serie D lo scorso anno, per ringraziare tutta la squadra del lavoro svolto, regalò a ognuno tra staff e rosa una maglietta personalizzata. Ne regalò una anche a me, con il mio nome sopra: fu un attestato di stima che non potrò mai dimenticare”.
Ilenia: “A volte siamo come delle sorelle maggiori che aiutano i giocatori quando magari hanno bisogno di una parola di conforto. Inoltre, e questo è molto bello, in trasferta si sentono protetti quando ti scorgono in sala stampa perché sanno che possono affidarsi a noi, in un momento delicato come la comunicazione a caldo al termine di una partita lontana da casa, con giornalisti che non conosci. E questa loro fiducia te la ritrovi poi nelle cose di tutti i giorni”.

Come siete arrivate al calcio?
Marta: “Sono nata dentro un campo di calcio, mio padre è stato un giocatore e mio fratello lo è tuttora, il mio ragazzo lavora in FIGC e il mio mito è da sempre Roberto Baggio. Ho iniziato a far la segretaria della squadra della mia città, la Folgore Falerone, a poco più di vent’ anni. Per loro ho scritto i miei primi articoli. Oggi è per me un punto d’onore sapere di essere conosciuta e stimata nell’ambiente per come sono e come svolgo il mio lavoro”.
Ilenia: “Come detto, andavo allo stadio sin da bimba. Poi ho iniziato con un tirocinio all’Ascoli, passando nella segreteria sportiva della Civitanovese. In seguito dall’altro lato della barricata come giornalista televisiva per un paio di anni. Poi di nuovo in società, prima a Giulianova, poi con la Samb nelle ultime due stagioni e, adesso, Fermana”.

Capitolo pregiudizi: ne avete vissuti in un mondo quasi tutto al maschile?
Marta: “Non ho mai sentito nei miei confronti battute fuori luogo o allusioni. Sento solo stima e affetto: mi piace ripetere che non bisogna sporcarsi per forza. Nel mio piccolo, cerco sempre di raffrontarmi con persone che reputo buone e brave. Piccole gocce pulite, che diffondono esempi positivi . Ricerco la loro compagnia. E non a caso sono in una società fatta di bravissime persone, proprietà e dirigenza in primis”.
Ilenia: “Ogni tanto qualche battutina c’è ma sempre nei limiti del gioco. Non ho mai avuto problemi di questo genere, anzi. Credo che la presenza della donna nel calcio sia accettata a livello generale anche se, a volte, come dicevo prima, può capitare di trovar club che preferiscono figure maschili perché pensano che noi donne possiam crear problemi ambientali”.

Non siete l’unico duo al femminile: nella Giana Erminio troviamo Federica Sala e Serena Scandolo ma le più longeve restano, in terza serie, Gaia Simonetti e Nadia Giannetti. Che rapporto avete con quest’ultime?
Marta: “Ci si sente spesso, il rapporto via mail è praticamente quotidiano. La loro dedizione alla causa è grande, avere loro come metro di paragone è ottimale per noi e credo che un duo femminile faccia molto bene alla Lega stessa”.
Ilenia: “Sono molto alla mano, molto propositive, molto attente e aperte alle idee che di volta in volta proponiamo loro. Premiano il nostro lavoro riprendendo le nostre iniziative con un lavoro accurato e di impegno. Brave”.

Passiamo alla vita privata, spesso assorbita dal calcio nel vostro ruolo.
Marta: “Come detto prima, il mio ragazzo è interno a quest’ambiente, è dunque consapevole dei suoi eventi e delle dinamiche totalizzanti. Mi vedo di più con Ilenia! A parte gli scherzi, con quest’ultima stiamo insieme 24 ore su 24, visto che viviamo insieme. E conoscendola meglio, giorno dopo giorno, capisco ogni volta di più di aver fatto la scelta giusta. Avere vicino una persona così seria, preparata, sincera e simpatica mi ha aiutato tantissimo. Io sono più cerebrale e riflessiva, lei è molto pratica e volitiva. Sapevo che anche a livello strategico sarebbe stata ottimale”.
Ilenia: “Io non sono fidanzata, quindi non ho impegni come quelli di Marta fuori dal campo. Diciamo che ormai vedo più lei di chiunque altro ma non è affatto una cosa negativa: stiamo molto bene insieme anche fuori dal lavoro e questo ci dà una spinta in più per fare meglio in campo. Siamo molto affiatate, caratterialmente ci completiamo bene ed è un piacere lavorare con lei”.

C’è un modello femminile al quale vi ispirate, anche in altri ruoli?
Marta: “Ho voluto conoscere di persona Valeria Lolli, responsabile della comunicazione all’Ascoli, per professionalità e modo di lavorare. La seguivo e stimavo immensamente da anni, visto che lavoriamo nella stessa regione. In Serie C, mi sento con tutte le colleghe e i colleghi dello stesso girone, tra cui Sara Vivian del Bassano. Se hai la stessa visione del mondo è più semplice intendersi. Ci sono anche esempi di donne di grande personalità e competenza che ricoprono al meglio ruoli dirigenziali. Per questo, cerco sempre di instaurare rapporti positivi e collaborativi con le persone che apprezzo e con tutti coloro che possono insegnarmi qualcosa e aiutare a migliorare. Il mio sogno è la Serie A e poi un giorno la Nazionale”.
Ilenia: “Riguardo le colleghe mi dispiace ancora oggi per Emanuela Lo Guzzo, non più alla Lucchese: tanta solidarietà da parte mia nei suoi confronti, visto che ho vissuto una situazione quasi similare. Riguardo altri ruoli, da giornalista ebbi modo di conoscere Valentina Maio, allora presidentessa del Lanciano, club purtroppo poi scomparso dai radar professionistici. Ricordo una donna molto giovane ma comunque di carattere, molto sicura, che difendeva sempre i giocatori e il suo operato nonostante vivesse una situazione non facile essendo la moglie di un suo giocatore. Non aveva nulla da invidiare a nessun uomo. Sarebbe bello dare maggior libertà al lavoro delle donne e vederne sempre di più in ruoli di comando: in questo campo ricordo la seppur breve esperienza di Carolina Morace alla Viterbese “.

Fonte: TuttoC

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